La stanza è vuota

La stanza è vuota.
Il corpo diminuito nella sera.
Il viso nel vetro del lenzuolo.

Due mele sopra il tavolo scintillano.
Parlano mitemente
la loro lingua di sfere.

Correte nuvole alla notte
fatela entrare nel vestito appeso
che lo scuota come se avesse i seni

nuvole infittitevi a buio. Raffiche
trasformatela in fretta.

Antonella Anedda (Roma, 1955), in Dal balcone del corpo (Mondadori, 2007).


L'aria è piena di grida

Pensi davvero che basti non avere colpe per non essere puniti,
ma tu hai colpe.
L’aria è piena di grida. Sono attaccate ai muri,
basta sfregare leggermente.
Dai mattoni salgono respiri, brandelli di parole.
Ferri di cavalli morti circondano immagini di battaglie
Le trattengono prima che vadano in un futuro senza cornici.

Cosa ci rende tanto crudeli gli uni con gli altri?
Cosa rende alcuni più crudeli di altri?
Le crudeltà subite e poi inghiottite fino a formare una guaina
con aculei sul corpo ferito?
O semplicemente siamo predestinati al male,
e la vita è solo fatta di tregue dove sostiamo
per non odiare e non colpire?

Antonella Anedda (Roma, 1955), da Il balcone del corpo (Mondadori, 2007)