Autunno. Tu non mi hai più

Autunno. Tu non mi hai più 
che leggo Omero nella stanza accanto: 
poche scoperte da riproporti a tavola.

E nemmeno mi hai più scritto, 
da quel lontano che dicesti – A presto.

Ti resto referente immaginaria 
di quelle novità che invecchieranno 
non condivise.                        

    Mi rinventi il viso 
dandomi la faccia dell’ascolto.

Giulia Martini (Pistoia, 1993), da Coppie minime (Interno Poesia, 2018)

– Consigliato da Jacopo Ramonda.


Nicolò (#1)

Nicolò si è finalmente deciso a cambiare la disposizione dei mobili in salotto, immutata dai tempi in cui sua madre era ancora viva e autosufficiente. Con la nuova sistemazione, la stanza gli sembra più grande e addirittura più luminosa. Ad un primo sguardo non sembra trattarsi semplicemente di una versione rimaneggiata della quotidianità, ma – come per effetto di un’illusione ottica – di un’altra stanza, del tutto nuova. Inoltre la novità non gli procura quello spiacevole effetto di disorientamento provato pochi giorni fa, svegliandosi nel letto di sempre; ma che aveva spostato da un lato all’altro della sua camera prima di andare a dormire, per poi riportarlo nella posizione originaria già la sera dopo, appena rientrato dall’ufficio.

Nicolò osserva il salotto, godendosi il senso di rinnovamento; fino a quando nota i segni dei piedini dei mobili rimasti sulla moquette e i leggeri aloni lasciati dai quadri sulla carta da parati. Coordinate del passato, probabilmente indelebili; una mappa sbiadita che documenta la geografia originaria del salotto, prima della deriva dei suoi continenti.

Jacopo Ramonda (Savigliano, 1983), da Omonimia (Interlinea, 2018)