Gelsi

Hai fatto questo semplice gesto con la mano:
l’hai sollevata fino al volto,
l’hai tesa verso il mio finestrino,
mentre guidavo: ho guardato,
e contro la luce caliginosa
della mattina li ho contati,
otto, otto gelsi a chioma aperta
come la coda di un pavone imbalsamato,
in processione lungo la linea
del nostro sguardo, così perfetti
che per un attimo ho scordato
orari coincidenze
e ho rallentato per capire
come mai di otto alberi in fila si possa dire
“guarda che belli!”, come hai detto,
se loro non decidono di esserlo e tutto
è un avvicendamento senza senso,
o se basta un movimento della mano
e un sorriso per fare di otto alberi
in riga un’illusione di riscatto.


Massimo Gezzi
 (Sant’Elpidio a Mare, 1976), da L’attimo dopo (Sossella, 2009)


Ultimo trasloco

Come se ci fosse altro tempo, oltre a questo,
altri giorni per sentire questo freddo
salutare, imparare un’altra lingua,
bussare a una porta socchiusa, entrare –
le processioni sulle auto sul corso, l’intuizione
di un bene nascosto al di là
di tutti i muri e che solo rinunciando
a tutti i muri brillerà
(come la tavola del mare corrugata
dalla brezza scintillava
di origine ai prime raggi dell’alba).

Allora il nostro dovere di uomini liberi
è di contare le finestre illuminate
nel buio. Perché sul confine
tra il paese e la campagna una donna
si è svegliata a ruminare la sua angoscia
(disoccupazione, amore inconfessabile che svelle
la serratura della porta, malattia).
Perché un uomo abbandona
la sua casa una notte e tutti pensano
che è vita, in fondo, quella, è bellezza.

Nei mobili ereditati dai nonni i nipoti
leggono il passato come gli anni
nel legno, accarezzano le assi
e risvegliano il timbro della voce
degli assenti, li invitano nella casa
pitturata di fresco, li sistemano
negli angoli, acquattati
con il viso schiacciato sulle ginocchia a mormorare
la preghiera che il vento ogni sera
chiede al mandorlo, la perfetta consistenza
del tuo sangue che attraversa
ogni singolo millimetro di te,
senza svegliarti.
Massimo Gezzi (Sant’Elpidio a Mare, 1976), da L’attimo dopo (Sossella, 2009)