Tempi, che stabilite i comandi sulle cose

Tempi,
che stabilite i comandi sulle cose
con queste parole
e non altre
dette nel cuore di un’estate
compiute, ripetute e celate
sopra la terra e in ogni stagione
restituitemi
salvo e incolume
nel senso che do alle mie parole
in quel senso solitario con cui voglio
che vengano dette,
ascoltate e pensate
e per voi
tra i lari delle stanze e dei giardini
tra gli spigoli del mondo

Giancarlo Pontiggia (Seregno, 1952) da Con parole remote (Guanda, 1998)


Il tuffatore (Prima di ogni epilogo)

Una svolta, fine, poi.
È quel poi che lo assilla.
Come ferve, dietro di sé, l’antico
bulicame delle cose. Buttarsi non
buttarsi. Un ramo oscilla
sul ciglio dell’occhio che precipita
in un’ardesia di fuoco,

immane

Giancarlo Pontiggia (Seregno, 1952), da Il moto delle cose (Mondadori, 2017)