Etica e resurrezione
Pubblicato: 27 febbraio 2020 Archiviato in: Una poesia al giorno | Tags: Pietro Cardelli Lascia un commentoAbbiamo visto la resurrezione
l’abbiamo chiamata ipotesi: una questione
di atteggiamenti, sapori, linee di confine,
spingersi avanti per non retrocedere,
avere paura. Gli errori sono edera,
senza seme non fioriscono. Guarda
la responsabilità scintillante
come spande la sua luce, la sofferenza
animale: ce la portiamo sulle spalle
diversi pesi e stesse consistenze.
Sei troppo viva, troppo vera
eppure fantasma. Ti ho costruita
come fossi una prosa: ci ho messo
del mio, prima lasciandomi andare
e poi – sempre sotto controllo –
seguire l’ansa, il letto, la direzione.
Siamo simili, ci eguagliamo.
Vivo e sono pubblico: la macchina
costruisce archi di meridiano, i corpi
angoli sempre nuovi. Attendo
le sterzate più brusche per voltarmi
e rifletterti, guardare
la nuova posizione che assumi.
Pietro Cardelli (Borgo San Lorenzo, 1994), da Quattordicesimo quaderno italiano di poesia contemporanea (Marcos Y Marcos, 2019)
N.
Pubblicato: 5 febbraio 2020 Archiviato in: Una poesia al giorno | Tags: Pietro Cardelli Lascia un commentoContinuava a scrivere in una forma ossessiva,
mi guardava, e poi (sopra a tutto)
le accensioni a intermittenza, gli sguardi abbassati
mentre mi accanivo su me stesso.
“Osservami”, mi dicevo,
gli occhi che camminano e le cicale
che gracchiano sopra la corrente,
oppure più in là, sebbene fosse impensabile,
dove qualcuno controlla tutti i messaggi
e li trascrive, e le forze che si concentrano
sui marciapiedi, fra passo e passo,
svelano altri dettagli, più veri, dolorosi.
Ma questo cammino: le balze, i querceti
i trabatelli altissimi e profondi, era sempre
un andare-oltre e cadere, un farsi
del male: non c’era solidità né crescita
nella progressione, non era progressione. C’era tutto
un baratro da attraversare, e da capire.
Mi sono perso d’animo e ho abbandonato
la vitalità, scarna ma sempre vitalità
“vi-ta-li-tà” ripetevo. Sono
diventato astioso: “la soluzione più degna”
forse, è vero, eppure evitabile, così
che oggi ricordo poco se non gli sguardi dall’alto,
i più crudeli, e le mani, strette, venose
sempre in anticipo sul niente, e il sorriso crudele.
Ecco la soluzione, non era
era il tiglio sul marmo di casa, l’acero splendente
ripulire le foglie a una a una, accompagnarle
con cura al cassonetto. Finalmente
eravamo in due, eravamo gentili.
Pietro Cardelli (Borgo San Lorenzo, 1994), da Quattordicesimo quaderno italiano di poesia contemporanea (Marcos Y Marcos, 2019)