chi entra nella stanza sa che il piede non è mai fermo

chi entra nella stanza sa che il piede non è mai fermo,
e i compagni si dileguano a ogni svolta del giorno:

apre le mani al mondo, oscilla dietro la porta
siede, si scosta, si piega, insegue un’ombra sul fondo;

chi si affaccia sulla stanza vede gli altri aggirarsi,
se batte il capo sull’uscio, sente il rumore degli arti:

come vuole toccarli per sapere cosa è vero
fende il vuoto con la mano, la ritrae, misura il foro;

chi esce dalla stanza sa che ogni volta è per sempre,
qualunque passo intrapreso a liberarsi dal peso,

slacciare il corpo gravato dalla presa del suolo,
è come aprire sul retro una finestra nel buio.

Italo Testa (Castell’Arquato, 1972), da L’indifferenza naturale (Marcos y Marcos, 2018)


ma le foglie di gelso premono alle finestre

ma le foglie di gelso premono alle finestre
e la tua gola bianca, sul banco, offerta,
Gloria di un giorno, la luce nell’aula
leva dall’ombra l’insidia degli occhi:

noi, saremo presto invasi dalle foglie,
tu, crescerai paziente nell’aperto dei giorni.

Italo Testa (Castell’Arquato, 1972), da L’indifferenza naturale (Marcos y Marcos, 2018)