La stazione senza treni

Non si può far finta di niente, riprendere la macchina
per le gite in provincia
e le chiese decrepite (ma anche
degli strani passi, vicino ai burroni)

«Perdonami questo amore che è già un’azione»

Così la vittoria è di chi
dedica e dimentica.
E cade l’idea di qualcun altro, la follia
di essere al banchetto insieme.

«C’è un confine impercettibile tra il suo lamento
e il suo crimine»

                           il pomeriggio di domenica
alcuni nell’agonia
si sporcano
non è facile distruggersi, nel buio di una camera,
e conta solo chi
esce per primo

Cercavo di essere difficile.
Descrivevo il rosso dei gerani solo se era sbiadito.
Tutto così: erano queste le decisioni.

Angelo, dimmi se è partita davvero, se non
mi avevi raccontato una balla per sorridere

«Tanto non sarà mai con intenzione
che vi farete del bene»

«Ma cosa ne sai di noi, della nostra parte segreta?»
«Non fare della musica. Tutto è definibile o non c’è»

Milo De Angelis (Milano, 1951), da Somiglianze (Guanda, 1976)


Ci teniamo vicini

Ci teniamo vicini
all’urlo, mentre passa il dodici
e l’attimo separato
dal suo vortice resta qui, nel cuore
buio dell’estate, nell’annuncio
di una volta sola. Tu
non ci sei. Resta la tua assoluta
voce nella segreteria, questa
morte che non ha luogo.

Milo De Angelis (Milano, 1951), da Tema dell’addio (Mondadori, 2005)