Agnese / antologia, Maurizio Cucchi
Pubblicato: 23 settembre 2014 Archiviato in: Una poesia al giorno | Tags: Maurizio Cucchi Lascia un commentoIl mio risveglio è stato nel tuo nome
sussurrato e un saluto un bianco sogno
Agnese che ritorni ombra che passi figuretta
bianca sottile che non mi ami.
Io ti seguo con l’occhio e con la penna
mentre scivoli e c’è la guerra
in Santa Maria Fulcorina. Sono poco
un adolescente un angelo una fantasia
sono un signore che ti pensa e inventa
mite e vile affettuoso e coltivo
la mia mania.
Maurizio Cucchi (Milano, 1945), da Donna del gioco (Mondadori, 1987)
Santa Maria Fulcorina è una via centrale di Milano, dietro al Palazzo degli Affari. Siamo in uno scenario di guerra, ma della guerra si avverte solo un’eco lontana, una sensazione di pericolo di cui è simbolo la figura trasparente di Agnese, che avanza come fosse una sorta di fantasma. Chi è Agnese? Cosa rappresenta per il poeta? Agnese è una donna simile a quelle di cui ci parla Dante nella Vita nuova: una di quelle donne che al solo passaggio riescono a suscitare nel cuore di chi le guarda un’immagine di salvezza, specie quando muovono la mano nel gesto di un saluto. Questa poesia di Cucchi è una poesia d’amore, Agnese è l’oggetto del suo desiderio adolescente, di ragazzo che deve crescere nei sentimenti e trovare il proprio posto nel mondo e nella storia, per far diventare la sua «fantasia» qualcosa di reale e di concreto, come il linguaggio che qui viene usato. Si noti in particolare la corrispondenza fra il tono pacato e l’occorrenza di parole «sussurrato», «figuretta», «fantasia», che stemperano il clima della composizione in una felice leggerezza.
(Marco Corsi)
Indugiare nella quiete dei paesetti
Pubblicato: 3 aprile 2014 Archiviato in: Una poesia al giorno | Tags: Maurizio Cucchi Lascia un commentoIndugiare nella quiete dei paesetti,
divorati con gli occhi dai finestrini;
identici i biglietti, le divise, certe panchine.
(Di fatto, lo spazio era ben poco. Un buco, il fosso, sotto
il balcone.)
Esplora. Nebbia, canali, cascinali.
File di pioppi umidi, marcite. Pavia;
la Pianura Padana vista come terra straniera.
Il vagabondaggio, i brividi. Fantasie, forse;
quasi eroismi di primo mattino. Qui spicca, salta fuori
dalle ombre, goffa figura appesantita: mangia,
assorbe, assorbe…
Maurizio Cucchi, (Milano 1945), da Il disperso, (Guanda 1994)



