dunque l’inverno

dunque l’inverno
il vorticare della vista al gelo delle distanze
l’idea di un tempo cavo mentre infuria la profezia
come canto che muove un altro canto
e la veggenza di chi dalla panchina
farà a meno di un colore alla volta fino all’ombra
fino alla fantasia d’essere cieco
la notte che Lucia si leva gli occhi
e la cosa e il pensiero
infuocano di sé il minuto stesso
per aggiungere giorno al giorno dopo
giorni che torneranno uno alla volta al mondo
piccolissimo luogo della mente
dove il mito si placa e si realizza

Silvia Bre (Bergamo, 1953), da La fine di quest’arte (Einaudi, 2015)


Se il nostro luogo è dove

Se il nostro luogo è dove
il silenzioso guardarsi delle cose
ha bisogno di noi
dire non è sapere, è l’altra via,
tutta fatale, d’essere.
Questa la geografia.
Si sta così nel mondo
pensosi avventurieri dell’umano,
si è la forma
che si forma ciecamente
nel suo dire di sé
per vocazione.

Silvia Bre (Bergamo, 1953), da La fine di quest’arte (Einaudi, 2015)