Futuro
Pubblicato: 17 aprile 2018 Archiviato in: Una poesia al giorno | Tags: Antonella Anedda Lascia un commentoMia madre partorì a dicembre. La neve cadeva nel fiume.
Alla fine del mese l’acqua gelò sui pesci. Mi mostrarono a tutti
perché non ero morta: «…la toglieremo a pezzi, un braccio e
una gamba incastrati, forse incompiuti».
Di quel tempo resta solo un richiamo come un sibilo interno:
tornare in quel ventre con mia figlia, testa in giù, corpo
informe, due cordoni di carne intorno al collo.
Via da dicembre, dal fiume trasparente
indietro e indietro verso l’inconcepito
l’inizio aprile del nulla.
Antonella Anedda (Roma, 1955), da Il catalogo della gioia (Donzelli, 2003)