Consueto

Tutto è già prevedibile
nello spiegarsi uguale delle cose,
così usuale tutto. Non stupiscono
più note geometrie, colori stanchi
i sensi che già sanno
il limite dell’orto
la linea d’orizzonte.
Aspetto, ancora
se mai si mostri a un tratto
una traccia difforme
una bolla che scoppia
una finestra che non c’era
ieri, sulla parete.
Qualcosa che riveli.

Paolo Venti (Spilimbergo, 1963), da La strada che non trovo (Media Naonis Edizioni, 2016)


Singuri

Mă uit la ei şi mă mir
Cât sunt de singuri.
Şi cât de vinovaţi sunt
Că sunt singuri.
Mă uit la ei îndelung
Şi mă întreb –
Câtă singurătate
Este în stare să îndure fiecare,
Înainte să moară de singurătate?
Dar după?

Ana Blandiana (Timişoara, 1942), da La mia patria A4 (Aracne, 2015)

Li guardo e mi stupisco
Di quanto siano soli.
E di quanto siano colpevoli
Di essere soli.
Li guardo a lungo
E mi domando:
Quanta solitudine
E’ in grado di sopportare ognuno
Prima di morire di solitudine?
E poi?

(Traduzione di Mauro Barindi)