muto questo mio periplo domestico

insonorizzato   
chilometri 
scrivania- balcone   balcone-scrivania
scavati 
sperando in un sisma una deflagrazione
muri 
per voce sola o 
murales alla luna
solo questi compagni ho nella città 
pure nel tratto 
dalla stanza inquieta del sonno     
alla porta del figlio do not disturb 

nel solco affondo   mi sorreggono 
il quaderno e i gerani 
insieme resistiamo ai miasmi 
nella stanchezza di fiorireoffrire 
segni   un brancolare di mani di rami 
mentre scolorano 
il mio inchiostrosangue   i petali  

Annamaria Ferramosca (Tricase, 1946), da Andare per salti (Arcipelago Itaca, 2017)


L'aria è piena di grida

Pensi davvero che basti non avere colpe per non essere puniti,
ma tu hai colpe.
L’aria è piena di grida. Sono attaccate ai muri,
basta sfregare leggermente.
Dai mattoni salgono respiri, brandelli di parole.
Ferri di cavalli morti circondano immagini di battaglie
Le trattengono prima che vadano in un futuro senza cornici.

Cosa ci rende tanto crudeli gli uni con gli altri?
Cosa rende alcuni più crudeli di altri?
Le crudeltà subite e poi inghiottite fino a formare una guaina
con aculei sul corpo ferito?
O semplicemente siamo predestinati al male,
e la vita è solo fatta di tregue dove sostiamo
per non odiare e non colpire?

Antonella Anedda (Roma, 1955), da Il balcone del corpo (Mondadori, 2007)