L’aria d’intorno chissà come

L’aria d’intorno chissà come
placata, e frizzante, e la gente
a spasso sospesa, aerea,
lentissima, vacante

e indifferente a un traguardo,
all’azione, al profitto, ma
più vaga nel giorno, nel chiaro
mattino di luce e parte

persuasa infine del tutto diffuso,
in aperta adesione e armonia,
nel presente assoluto, animato
dalla pace normale dell’esserci

senza conflitti o sfide, senza
miserabile calcolo, ma
nella pace e nella più normale
armonia discreta dell’esserci.

Maurizio Cucchi (Milano, 1945) da Malaspina (Mondadori, 2013)


Forse ho imparato che nulla

Forse ho imparato che nulla
può spingerti fuori da questi confini.
Occorre dunque aderire al disegno,
obbedire ma con fierezza,
essere eroicamente parte che non si afferma.
Come tutti questi volti goffi
che ti stanno attorno, dappertutto,
e che non hanno un destino diverso.
Nella necessità, anonimi,
un attimo di gioia li ravviva,

li fa brillare senza volto, senza distinzione
oltre l’angoscia di sé,
del proprio quotidiano sfarsi e perdersi.

 
Maurizio Cucchi (Milano, 1945) da La luce del distacco (Mondadori, 1997)