L’aria d’intorno chissà come

L’aria d’intorno chissà come
placata, e frizzante, e la gente
a spasso sospesa, aerea,
lentissima, vacante

e indifferente a un traguardo,
all’azione, al profitto, ma
più vaga nel giorno, nel chiaro
mattino di luce e parte

persuasa infine del tutto diffuso,
in aperta adesione e armonia,
nel presente assoluto, animato
dalla pace normale dell’esserci

senza conflitti o sfide, senza
miserabile calcolo, ma
nella pace e nella più normale
armonia discreta dell’esserci.

Maurizio Cucchi (Milano, 1945) da Malaspina (Mondadori, 2013)


Guardami, guardami, ho corso!

“Guardami, guardami, ho corso!”

Io ti sono vicino, Douve, ti rischiaro. Resta fra noi soltanto questo lume roccioso, questa breve ombra placata, le nostre mani che l’ombra attende. Salamandra sorpresa, tu rimani immobile.

Ormai vissuto l’istante in cui le carni più vicine si trasmutano in conoscenza.

Yves Bonnefoy (Tours, 1923) da Movimento e immobilità di Douve (Einaudi, 1997)

“Regarde-moi, regarde-moi, j’ai couru!”

Je suis près de toi, Douve, je t’éclaire. Il n’y a plus entre nous que cette lampe rocailleuse, ce peu d’ombre apaisé, nos mains que l’ombre attende. Salamandre surprise, tu demeures immobile.

Ayant vécu l’instant où la chair la plus proche se mue en connaissance.