(Uscite)


Mentre voi ve ne andate – con quella
solerzia tutta vostra di intendere le cose 
– io mi premuro di chiudere i battenti 
e di lasciar trasparire solo dall’esterno 
la furia delle vertebre ed il fruscio dei salici. 


Le poesie migliori stanno nelle cose 
che si perdono – i poeti migliori 
hanno passato la vita a cercarle 
e oggi stanno attovagliati in fondo alla stanza
con l’uscita che si apre sul mondo. 


Poi appoggiàti alla rete dei ricordi
definiamo il tempo: una pausa di dieci
minuti e un passo – si sa mai 
che nel movimento improvviso 
si senta meno il peso della maniglia.

Michele Obit (Ludwigsburg, 1966), da La balena e le foglie (Qudu 2019) 


(Lo stesso respiro)


C’è qualcosa in questa vita imperfetta 
di opprimente e così appagante 
che quel né prendere né lasciare 
tante volte si tramuta in un prendere 
ogni cosa e lasciare che cada o scompaia.
Ci siamo così lasciati e ripresi 
riavvolti nella nostra coperta di scuse
e alle cinque del mattino rivisti 
in un sogno e poi per minuti e ore
costretti al silenzio – la diga 
che satura ogni intento. 
Facciamo allora che in tutti 
questi anni siamo stati lo stesso respiro 
– facciamo che non ho paura di cadere
perché sarai sempre tu a rialzarmi 
sempre tu a dirmi la pienezza delle parole
che sono voce dura e indifesa.

Michele Obit (Ludwigsburg, 1966), da La balena e le foglie (Qudu 2019)