Requiem

Perdona la mano insaponata
che ti ha lasciato scivolare sul pavimento
come gravità comanda a due minuti
dalla mezzanotte
tazza senza nome
ad un passo dalla salvezza dello scolapiatti

Chiedo perdono a tutti i tuoi pezzi

Solo uno sguardo attonito ho saputo opporre
al tuo volo così tipico di questa terra
dove ogni cosa pare
il simbolo di un’altra
e di tutte le altre
e pure è così difficile imparare
Guido Cupani (Pordenone, 1981), da Le felicità (Samuele Editore, 2011)


L’era bella

Era bella la campagna orizzontale calpestata dal sole
sullo stradone che andava al mare Era bella la sua voce
sopra le borse della spesa che prometteva se fate i bravi
stasera faccio le patatine Era bello il sabato dopocena
Era bello contare le auto dal balcone io le rosse io le bianche io le blu
e alla fine la sua Era bella la stracciatella calda e l’erba cipollina
i denti di leone raccolti a mazzi sul sentiero che scendeva al lago
finché morivano in mano Era bello il Don Camillo
della buonanotte E poi era bella la domenica
che non pioveva mai e il giornalino
comprato sulla porta della chiesa
e andare in pace

Questo è il bello che hanno messo non sapendolo
come un grano sul mio palmo
perché lo avessi tu
Guido Cupani (Pordenone, 1981), da Meno Universo (Dot.com Press, 2018)

-consigliato da Francesco Tomada