E’ venuta la solitudine, coi suoi modi leggeri

E’ venuta la solitudine, coi suoi modi leggeri
ecco, si siede e fa le viste di non essere vista.
Non conoscevo questo arrivo
di niente, e poi la simulata presenza,
il tempo che si disfa nell’idea
di non servire più come un tempo,
l’aria e la luce uguali su ogni cosa
non dovendo più uscire da quella
indisturbata pace.
Tutto tace, sta senza voglie d’altro
nei posti convenuti,
gli odori sono usciti dalle porte,
è dissolta l’essenza di una casa.
Quanto soggiornerà il silenzio,
dove sono le ore?
Non trovo più i secondi sulla vena
del polso, persino il cuore è altrove.

Sergio Zavoli (Ravenna, 1923) da L’infinito istante (Mondadori 2012)