Na léngua ch’l’an cress ménga, ch’l’as scunsóma

Na  léngua ch’l’ an cress ménga, ch’l’as scunsóma
in el cuseini vedvi, ai let di vec,
bouna a ciamer soul quell ch’l’è dre ch’al sfóma
dre da la lus, deinter l’arseint di spec
in dóve premaveira l’an profóma,
premaveira spieteda con i vec
e al sô baioch ed léngua ch’an cress ménga,
ch’as scunsóma da lonedè a la dmenga.

Una lingua che non cresce mica, che si consuma
nelle cucine vedove, ai letti dei vecchi,
buona a nominare solo ciò che sta sfumando
dietro la luce, nell’argento degli specchi
dove primavera non profuma,
primavera spietata con i vecchi
e il loro baiocco di lingua che non cresce mica,
che si consuma da lunedì a domenica.

Emilio Rentocchini (Sassuolo, 1949), da Lingua madre (Incontri, 2016)


One Comment on “Na léngua ch’l’an cress ménga, ch’l’as scunsóma”

  1. Valeria ha detto:

    Grazie per aver scelto Rentocchini. Un grande poeta, il migliore dei contemporanei


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