(altra ↔ foto-)
Pubblicato: 21 dicembre 2017 Archiviato in: Una poesia al giorno | Tags: Marco Giovenale Lascia un commentoNon rappresentato, svuota
le scale di pietra dai viticci di corda,
le scale dove era salito
piccolo, e per pensare ci passeggia –
modulate bene, dei paragoni, e rimane
con la sedia vuota, il vimini o il cedro
dove il padre aveva pressato il tabacco
e i figli il punto di fuoco più povero
e i generati ai loro turni nella fabbrica,
i cuccioli allenati, a divorare
sé – altro.
Manca il gas da quattro anni,
le chiocciole scendono al frusto
dell’intonaco, le scoppature
fatte viola nello sviluppo cyba.
Non tornate indetro: dal vetro
dell’abbaino, il giorno ha smesso.
Perdereste il tempo, senza interruttore.
Rovesciato il baule lì dei morsi
pezzi di giocattoli, non è rimasta cosa
se non, incollate ai muri a secco, ombre –
quando non guardi si spostano
Marco Giovenale (Roma, 1969), da Shelter (Donzelli, 2010)