Le vecchie travi della nostra storia

Le vecchie travi della nostra storia
nessuno che le voglia. Sobbollire
degli sguardi, marette di parole,
astri toccati e negati subito,

sono mobilia non richiesta. Tutto
è da buttare. Anche gli scrigni
dell’intimo parlare e il sottovetro
di giorni che hanno avuto un senso, via.

Tirarla giù la casa, rifarla
nuova, perché il tempo incide e ciò che era
forse invitto e aveva meccanismi

fertili, il cane delle ruggini
lo ha morso fino a frantumare l’osso.
Dunque addio. Le ruspe sono qui. Bada.

Luciano Caniato (Pontecchio Polesine, 1946), da L’ombra della cosa (Il Ponte del sale, 2017)


One Comment on “Le vecchie travi della nostra storia”

  1. Giovanni D'Amiano ha detto:

    “Il cane delle ruggini/ lo ha morso fino a frantumare l’osso. / Dunque addio. Le ruspe sono qui.”
    Stesa sorte hanno gli umani.


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