C’era dell’altro

C’era dell’altro
nell’ironia taciuta, sempre puntuale
sull’amore a tratti opaco.
Il gioco delle parti. Tu, lei,
il mondo fuori asse. I riti
                                         e le sue velocità.

Ma i bambini crescono. Anche tua moglie
cambia. Non parla più di te.
Non chiedo più
nessuno più lo chiede. Nessuno più
si azzarda a rivangare il campo.

L’origine dei fiori è terribile.
                                     Che primavera c’è lì.
Lo splendore è sempre impaziente.

Wolfango Testoni (Como, 1970), da In un mutare o nel nulla (Stampa 2009, 2019)