La pietraia

Mai ti potrei pensare sul fondale grigio
dei lavori per vivere: sì, forse, povero
vagabondo, artista di strada, clochard…

Io narciso folico costruito
per ottenere risultati nella vita…
Tu stratosferica sfinge
incapace di volere di pretendere…
Vuoi essere mia amica?

Quando emette sospiri la pietraia
nelle notti di vento
tu fai le domande cretine.
Tua amica? Perché? Come?
Quando mai?
Io ti amo più della mia vita
e adesso lasciami perdere.
Franco Buffoni (Gallarate, 1948), da Jucci (Mondadori, 2014)

– consigliato da Maria Grazia Calandrone

 


13 say

13 say

When Neil Armstrong died you called me to your computer:
«Look! Of the 89 comments on the article, 13 say “he’s on
the moon, now”! Why would he be on the moon? It’s absurd!»
So I put my grandmother on the moon. I put Iain, who died,
on the moon with Hilary, who died. I put the great cats on
the moon, bouncing weightless and bemused; and I will put
all of us who are not dead but will be dead, on the moon,
which from here is a quiet place, out of reach and strange,
with a hard wind that rushes through: a rolling headstone
that requires a giant leap, and a sad and happy lie, to get to.
13 dicono

Quando è morto Neil Armstrong mi hai chiamato al tuo computer:
«Guarda! Degli 89 commenti all’articolo, 13 dicono “è sulla
luna adesso”! Perché dovrebbe essere sulla luna? È assurdo!»
Così ho messo mia nonna sulla luna. Ho messo Iain, che è morto,
sulla luna con Hilary, che è morta. Ho messo i gatti grandiosi sulla
luna, che rimbalzano senza peso e perplessi; e metterò
tutti noi che non siamo morti ma che moriremo, sulla luna,
che da qui sembra un posto tranquillo, fuori portata e strano,
con un forte vento che la percorre: una pietra tombale rotante
che richiede un passo da gigante, e una triste e felice bugia, per arrivarci.
Jack Underwood (Norwich, 1984), da Happiness (Faber, 2015)

– consigliato da Alberto Pellegatta