Claudio Damiani consiglia “Pro nobis, Pantani” di Davide Rondoni
Pubblicato: 8 marzo 2013 Archiviato in: Una poesia al giorno | Tags: Davide Rondoni Lascia un commentoE adesso non devi vincere
più
ti levi in silenzio
sui pedali
sulla linea del mare – –
potevi far morire il ciclismo
due battute ai giornali
ma hai piegato sul petto
le ali delle vittorie, smarrito anche
il cinismo e come un Charly Parker
hai cercato notte e crepacuore –
Vinci per me adesso Pantani,
per le volte che mi cadono le mani,
il fiato in salita
non ce la fa, e
vinci braccia alzate
sulla linea dove crollano
le corse degli amori,
per i visi cari
che si perdono lontani –
pirata di noi che sbagliamo
guizza via dalle ombre
che allungano giorni vani,
lucertola sii ancora
della nostra anima
malata e vittoriosa –
continua a salire per noi, Pantani
vedi dopo la curva come trema
la luce del vento
l’aria grandiosa
Davide Rondoni (Forlì, 1964), da Apocalisse amore (Mondadori, 2008)
Davide Rondoni ha la capacità di non sottrarsi disgustato davanti ai miti mediatici di oggi, ma anzi li affronta tagliando via con ampi gesti – la poesia ha di queste armi invisibili – le montagne di spazzatura che li ricoprono, e che spesso li hanno uccisi. Qui Marco Pantani, il “pirata” del ciclismo morto a trentaquattro anni di overdose e depressione, non deve più vincere, pedala tranquillo sulla linea del mare, la notte del crepacuore è un’alba tiepida ora, un’aria forse grandiosa come quella che sembrava spuntare, salendo, dietro la curva successiva. Vinci allora per noi, Pantani, tieni alzate le nostre mani che ci cadono, “pirata di noi che sbagliamo”,”lucertola della nostra anima”.
Claudio Damiani