I classici
Pubblicato: 24 ottobre 2014 Archiviato in: Una poesia al giorno Lascia un commentoButterati dalle ustioni, fra i ponteggi
dei restauratori i classici guardano
a noi con l’occhio sazio del rapace
che ci riduce a istanti. Non sopportano
luci artificiali: notte sia notte,
nubi a plotoni senza temporali.
Stringono il cuore, ma come lo possono
fare le mani tramutate in ali.
Nel nostro andare noi li perdoniamo,
spettri educati, mutili e ideali.
Se li studiamo, ancora ci minacciano.
Ma quale polvere. Quali scaffali.
Paolo Febbraro (Roma, 1965) da Fuori per l’inverno (Nottetempo, 2001)