I classici

Butterati dalle ustioni, fra i ponteggi
dei restauratori i classici guardano
a noi con l’occhio sazio del rapace
che ci riduce a istanti. Non sopportano

luci artificiali: notte sia notte,
nubi a plotoni senza temporali.
Stringono il cuore, ma come lo possono
fare le mani tramutate in ali.

Nel nostro andare noi li perdoniamo,
spettri educati, mutili e ideali.
Se li studiamo, ancora ci minacciano.
Ma quale polvere. Quali scaffali.

Paolo Febbraro (Roma, 1965) da Fuori per l’inverno (Nottetempo, 2001)



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