Mora

Šta to radiš, sine?

Sanjam, majko. Sanjam, majko, kako pjevam,
a ti me pitaš, u mome snu: šta to činiš, sinko?

O ćemu, u snu, pjevaš, sine?

Pjevam, majko, kako sam imao kuću.
A sad nemam kuće. O tome pjevam, majko.

Kako sam, majko, imao glas, i jezik svoj imao.
A sad ni glasa, ni jezika nemam.

Glasom, koga nemam, u jeziku, koga nemam,
o kući, koju nemam, ja pjevam pjesmu, majko.

Abdulah Sidran (Sarajevo, 1944), da Il grasso di lepre. Poesie 1970-2009 (Casagrande, 2010)
L’incubo

Che stai facendo, figlio?

Sogno, madre mia, sogno che sto cantando,
e tu mi chiedi, nel sogno: che stai facendo, figlio?

Cosa canti nel sogno, o figlio?

canto, madre mia, che avevo una casa.
E adesso la casa non ce l’ho. Questo canto, madre mia.

Avevo la mia voce, o madre, e la mia lingua avevo.
E ora non ho né voce né lingua.

Con la voce che non ho, nella lingua che non ho,
dalla casa che non ho, io canto la mia canzone, o madre.

(Traduzione di Silvio Ferrari e Nadira Šehović)



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