Ciglio

Frantumata e ripida –
la notte…
Tu
non arretri, non
fasci
l’emorragia di questo freddo.
Sei una domanda
che il destino inchioda
un respiro che la vita asciuga
una sillaba nel vortice.

Batte sulla pietra
l’artiglio del silenzio – batte
dove il tempo manca
e i luoghi
sono strappi,
figure originarie di caduta.

Adesso
tu sai:
tornerai carponi alla tua creta,
alle tue felci immobili,
a quell’impasto di radici e chiodi
dove il sangue è niente
e il niente vento

strapiombo
urto

Alessandro Bellasio (Milano, 1986), da Nel tempo e nell’urto (LietoColle – Pordenonelegge, 2017)


Corpo stellare

Mi segui con un pensiero, sei un pensiero
che non devo nemmeno pensare, come un brivido
mi strini piano la pelle, muovi gli occhi
verso un punto chiaro di luce. Sei un ricordo
perduto e luminoso, sei il mio sogno
senza sogno e senza ricordi, la porta che chiude
e apre sulla corrente di un fiume impetuoso. Sei una

                                                                                             cosa
che nessuna parola può dire e che in ogni parola
risuona come l’eco di un lento respiro, sei il mio vento
di foglie e primavere, la voce chiama
da un posto che non so e riconosco e che è mio.
Sei l’ululato di un lupo, la voce del cervo
vivo e ferito a morte. Il mio corpo stellare.

Fabio Pusterla (Mendrisio, 1957), da Corpo stellare (Marcos Y Marcos, 2010)