Disse che a paura e malattia

Cказал, что к страху и болезни
Сводилась жизнь,
что длинной казнью
Был каждый день,
а ночь боязнью
Гостей непрощеных. Сказал
что этот мир не дом – вокзал
Зал выживания,
где все чего-то ждут

Sergej Georgievic Stratanovskij (Leningrado, 1944), da Buio Diurno (Einaudi, 2009)

Disse che a paura e malattia
Si è ridotta la vita,
che ogni giorno
Era una lunga esecuzione,
e la notte – timore
Di ospiti inattesi. Disse
Che questo mondo non è casa ma stazione,
Sala di sopravvivenza,
dove tutti attendono qualcosa


Il panino col tuo nome

Risentirti almeno nel brie e nel crudo,
nella rucola pressata che s’incaglia
in mezzo ai denti, e slavarti
di nuovo con birre alla spina, fino
a farti scivolare, dopo aver sfiorato
il cuore, per miglia di intestino.

Tre euro e venti, il panino
col tuo nome, e più fame di prima.

Francesco Targhetta (Treviso, 1980), da Fiaschi (ExCogita Editore, 2009)