E gli altri?

Io sopporto ingiustizie dalla nascita,
a cominciare ovviamente dalla nascita.
Lo Stato che depreda, gli amici che tradiscono,
il nepotismo, le sopraffazioni fisiche
o burocratiche, ogni variante dell’illegalità,
e adesso anche il voto rubato per essere offerto al nemico!
Ma la roulotte è troppo.

Sequestrare la strada,
impormi con violenza un’andatura non mia,
occupare lo spazio di tutti solamente per sé:
questo è troppo.
Dov’è il rispetto per l’altro, per la sua libertà?
Come è possibile essere tanto indifferenti verso il prossimo?
IO, IO, IO, IO, IO, IO, IO, IO, IO, IO!
E’ un io che precede l’avvento dei mammiferi,
un io da rettili, da uccelli predatori.
No, la roulotte è troppo.
La roulotte è davvero troppo.
No, no: è davvero troppo,
la roulotte.

 

Nota. La roulotte è accettabile negli Usa, dove il sistema viario prevede carreggiate di due, tre o quattro corsie. Di conseguenza il buon senso vorrebbe che in Italia, per non incorrere nel reato di “occupazione di suolo pubblico”, a un veicolo simile fosse permesso circolare esclusivamente in autostrada. Ciò detto, restano due domande: a) Vorrà dire qualcosa il fatto che la prima caravan, con il nome di Wohnauto (“casa viaggiante”), vide la luce in Germania, nel 1931? b) Esisterà un possibile rapporto fra la prepotente annessione del terreno comune da parte della roulotte privata (“Anschluß”), e il dato biografico secondo cui, prima di dedicarsi alla sua egoistica invenzione, l’ideatore, Arist Dethleffs, lavorasse a lungo, come addetto alle vendite, nella fabbrica di fruste del padre?

Valerio Magrelli (Roma, 1957)