A un tiro di schioppo dal firmamento

A un tiro di schioppo dal firmamento
delle possibilità
la diaspora dei neuroni
inaudita antifona
intona i buzzichii d’un salmo

raduna prati verdeggianti
acque quiete
l’anima mia
il calice ricolmo

morto io morto il mondo
e nulla più che vastità
impassibile al rastrello della storia.

Ma l’insulina precipita
s’ingorgano gli attimi, gli occhi
come buchi nell’acqua
s’increspano al cipiglio

e mi vedo al tuo cospetto

come allo specchio ricurvo.

Fernando Marchiori, da Il ginepraio delle cetere (Liberty House, 1986)


Nei polmoni

La coperta, la sua forza, mentre crescevamo.
O gli occhi che ieri furono ciechi,
oggi tuoi, ieri l’inseparabile. Le fiale,
il riso in bianco diventano l’unico
mondo senza simbolo. Materia che
fu soltanto materia, nulla che
fu soltanto materia. Vegliare, non vegliare, poesia,
cobalto, padre, nulla, pioppi.

Milo De Angelis (Milano, 1951), da Terra del viso (Mondadori, 1985)