Lettera ai ribelli che verranno

Salutate l’ardore
il braccio che vola,
il vento, la passione.
Disobbedite
alla vita e alla morte,
a voi stessi e agli altri,
Sia febbrile la vostra giornata,
non sia mai opportunista,
sia chiara nell’impeto,
bella e nervosa come una mattina d’aprile.
Io aspetto il vostro aprile,
siate pieni di ebbrezza e di furore,
date gloria al mondo che c’è fuori.
Non vi servono nascondigli
ma comunità dove trovarvi.
Portate il mondo
sul palmo della mano,
andate sull’orlo,
dietro le montagne,
su una spiaggia rovinata,
Nessuno può fermare
il vostro incendio,
perché lo fermate voi,
perché siete in silenzio?

Franco Arminio (Bisaccia, 1960), da Resteranno i canti (Bompiani, 2018)


Se il commissario vivesse negli Usa

Se il commissario vivesse negli Usa
avrebbe sparatorie nelle scuole
a tutto andare.
In quei casi, le indagini non servono.
Serve magari risalire al male
che porta un ragazzo ad uccidere,
dopo essere apparso sui social
armato fino ai denti.
Certo, vendere mitra non aiuta.
Da qui, una serie di considerazioni
del commissario-filosofo:
“Basta poter uccidere, per decidersi a uccidere”;
“La sicura migliore non sta nella pistola,
ma in chi la vende”;
“Se si potesse uccidere solamente pensando,
la specie umana sarebbe già scomparsa”;
“Freno, si chiama, e serve a governare
la bestia imbizzarrita”;
“Salvezza significa ostacolo:
chi lo toglie, è perduto”

Valerio Magrelli (Roma, 1957), da Il commissario Magrelli (Einaudi, 2018)