I sensi
Pubblicato: 21 marzo 2019 Archiviato in: Una poesia al giorno | Tags: Stefano Dal Bianco 1 CommentoIl pesco che vedo fiorito tra i cumuli della città di Milano non è l’idea della vita che vince il cemento ma solo un’aria di cemento, una vita di cemento nel pesco, la mia vita. La nostra vita elusa sopra i tetti.
Allora guardo la forma del pesco,
scavo nella sua chioma piccola di ladro
la parola pianta, la parola parola
che lo possa salvare
che mi possa salvare e provo a dire: sì,
per la forza di una parete, sì,
perché il tempo ripeta
tante volte la stessa stagione
e mai nella mia casa.
Sono sul muro sette sensi
legati l’uno all’altro a due a due, consolidandosi
l’uno, l’altro sparendo senza paura di sognare…
Sono disposti in forma di poesia, che dice:
«Il primo senso
è il senso della gioia, senza scopo, come quando
si rivela una cosa.
Il secondo è quella cosa, resa vicina,
di cui non devi mai parlare.
Il terzo senso è notturno,
dove nessuno vede niente
dove la mente resta uguale.
Il quarto senso è con l’amico fiore,
e tu e lui siete una cosa
abbandonata sotto un cielo chiaro.
Il quinto senso è lontano dall’amore.
Il sesto senso è non di te.
L’ultimo senso è tutti quanti,
settimo senso inespiabile,
indurisce
la parola in parola, il muro in
muro».
Umanità minuta,
della stessa sostanza del mio cuore,
fammi dei morti e io sarò salvato.
Stefano Dal Bianco, da Ritorno a Planaval (Mondadori, 2001; Lietocolle-pordenonelegge, 2018)
L’ha ribloggato su Il profugo viandantee ha commentato:
I sette sensi…