BULOS DI PAÎS

E fasevin dispiets
e cjolevin pal cûl, e ufindevin
e dopo e disevin:
“La prossime che tu fasis
tu âs finît par simpri”.

Nol ere tant temp che ere
muarte me mari,
che mi vevin menât
parfin tal simitieri
a fâ la prove di coragjo
cul mostro Cernazai.

Cumò co ai cuarant’ains
mi metarès a ridi
ma in chê volte o eri
frut e no capivi.
Usât a sei colpevul
dal cancar di mê mari, fossial
stât nome chel…

Par dî la veretât
o eri trascurât e o fasevi
el stupidel par vê un pocje
di atension, un estro
di cjatâ o par dismenteâ
e la int ûr crodeve
co fos io el menoât
e ur crôt ancie cumò.

Però, insomp de storie
cun dute che borie

ce sono deventâts?

Maurizio Benedetti (Berna, 1968), da Bionda salamandra e altre poesie (Kappa Vu, 2010)

 

Bulli di paese

E facevano dispetti
e prendevano in giro, e offendevano
e dopo mi dicevano:
“La prossima che fai
tu hai finito per sempre”.

Non era passato troppo tempo
dalla morte di mia madre,
che mi portarono
perfino al cimitero
a fare la prova di coraggio
con il mostro Cernazai.

Adesso che ho quarant’anni
quasi ne sorrido
ma allora ero
bambino e non riuscivo a capire.
Abituato a sentirmi colpevole
del cancro di mia madre, e fosse
stato soltanto quello…

Per dire la verità
ero trascurato e facevo
lo stupido per avere un po’
di attenzione, una fantasia
da trovare o per dimenticare
e la gente credeva
che fossi io il ritardato
e lo crede ancora.

Però, in fondo a questa storia
con tutta la loro boria

cosa sono diventati?

 


One Comment on “BULOS DI PAÎS”

  1. X ha detto:

    Tra tanti finti eccone uno vero.Grande Maurizio!!


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