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Pubblicato: 28 settembre 2013 Archiviato in: Una poesia al giorno | Tags: Vincenzo Ostuni Lascia un commento(“Ma che sia chiaro”, subito rispondo, in preda a un raptus di precisazione,
“chiaro che o tu sei fuori dal gioco
– perché ti interessi di altre cose; perché hai una fede che ti ingoia, sei una profetessa fuori patria; perché sei muta
o tu muori dalla fame;
oppure tu sei tutta dentro a quello: ma una carta ce l’hai per cambiar nome; metti, un sette di denari
o un tre di coppe, riposto nell’orlo del calzone.
Solo chi siede al tavolo può forse sterzare da una via già ribattuta:
tu sei fra questi, credo e spero: e io.
Ma ricordatelo, che tu non sia seduta e non seduta insieme; di fuori e dentro; sporta su un vero ultimo e sul mondo”).
(“Non ridere se dico che tu, per mia fortuna, tu sei corrotta e porti una giustezza: e il nostro
– è un lavoro di espiazione”).
Vincenzo Ostuni (Roma, 1970), da Faldone Zero-Venti. Poesie 1992-2006 (Ponte Sisto, 2012)