Canzone
Pubblicato: 23 settembre 2013 Archiviato in: Una poesia al giorno | Tags: Maria Grazia Calandrone 1 CommentoCanto perché ritorni
quando canto
canto perché attraversi tutti i giorni
miglia di solitudine
per asciugarmi il pianto.
Ma ho vergogna di chiederti tanto
e smetto il canto.
Canto e sono leggero
come un fiore di tiglio
canto e siedo davvero
dove mi meraviglio:
all’inizio del mondo
c’è l’ombra bianca delle prime rose
che non sono più amare
perché canto e ti vedo tornare
come tornano a riva le cose:
senza passato,
con il petto lavato
dal mare.
Ecco!,
sali le scale come un ragazzino
che scrolla dalle ciglia una corona di sale,
dà due beccate d’indice
alla porta, s’inginocchia
in fretta, in fretta
dice: “Vieni!,
ti porto al mare” e mi sorride, dalla sua statura
di nevischio e di rose, dalla sua garza d’anima salvata
dalle piccole cose.
Dalla sua bocca bianca ride il mondo
e ridono le cose
trasparenti del cielo
se, girandosi appena
per pudore, dice: “Lo vedi, non ho più paura”
come parlando a un’ombra evaporata
nell’innocenza
calma delle ginestre, a un fiatare di rose
andato via per le finestre
aperte
fino alle fondamenta.
Così mi lasci nell’aperto privo
di peso. E allora canto
lo stare seduti
nel vivo, tutto l’amore privo,
che non smetta
la presenza perfetta
di chi non pesa
ma è senza volontà, senza maceria, senza l’avvenimento
della materia
è solo polvere che tende alla luce.
Roma, 30 settembre 2010
Maria Grazia Calandrone (Milano, 1964), inedito
Rede des Pascal
Pubblicato: 21 settembre 2013 Archiviato in: Una poesia al giorno | Tags: Michael Krüger Lascia un commentoTiere kenne keine Bewunderung.
Der schnellste Hase erhält
nicht mehr Futter als der langsamste,
das siegreiche Pferd steht
im Stall neben dem Verlierer,
Dummheit oder Tugend?
Tugend.
Michael Krüger (Wittgendorf, 1943) da Il coro del mondo (Mondadori, 2010)
Discorso di Pascal
Gli animali non conoscono ammirazione.
La lepre più veloce non ottiene
più cibo di quella più lenta,
il cavallo vincente sta
nella stalla accanto al perdente
che condivide la sua lingua.
Stupidità o virtù?
Virtù.



