On not Being Milton / antologia, Tony Harrison
Pubblicato: 7 ottobre 2014 Archiviato in: Una poesia al giorno | Tags: Tony Harrison Lascia un commentofor Sergio Vieira & Armando Guebuza (Frelimo)
Read and committed to the flames, I call
these sixteen lines that go back to my roots
my Cahier d’un retour au pays natal,
my growing black enough to fit my boots.
The stutter of the scold out of the branks
of condescension, class and counter-class
thickens with glottals to a lumpen mass
of Luddite morphemes colsing up their ranks.
Each swung cast iron Enoch of Leeds stress
clamgs a forges music on the frames of Art,
the looms of owned language smashed apart!
Three cheers for mute ingloriousness!
Articulation is the tongue-tied’s fighting.
In the silence round all poetry we quote
Tidd the Cato Street conspirator who wrote:
Sir; I ham a very Bad Hand at Righting.
Tony Harrison (Leeds, 1937), da The School of Eloquence, in Selected Poems (Penguin, 1987)
Non essendo Milton
per Sergio Vieira & Armando Guebuza (Frelimo)
Letti e affidati alle fiamme, chiamo
questi sedici versi che risalgono alle mie radici
il mio Cahier d’un retour au pays natal,
il mio armi nero abbastanza per andar bene con i miei stivali.
Il balbettio del furfante punito con la cavezza
della condiscendenza, classe e contro classe
si ispessisce di glottali in un’accozzaglia degradata
di morfemi Luddenti che serrano i ranghi.
L’accento di Leeds, brandito come un Enoch metallico,
fa risuonare una musica contraffatta sulle impalcature dell’Arte,
i telai fracassati di un linguaggio posseduto!
Tre urrà per la muta ignominia!
L’articolazione è la battaglia di chi non può parlare.
Nel silenzio che avvolge tutta la poesia citiamo
Tidd, il cospiratore di Cato Street, che scrisse:
Signore, non sono molto buono a scrivere giusto.
Nota. Un ‘Enoch’ è un maglio di ferro usato dai Ludditi per fracassare le strutture costruite dallo stesso Enoch Taylor di Marsden, al grido di: ‘Enoch le ha fabbricate, Enoch le farà a pezzi!’
La poesia di Tony Harrison è poesia civile e politica; il lavoro del poeta è di operare con la lingua e di mostrane l’uso che di essa viene fatto, non solo come strumento di comunicazione e di comunione umana ma anche come indice di differenziazione sociale e come mezzo di sopraffazione e di dominio. Il che appare chiaramente in questo testo, dove il tema della memoria personale si unisce alla memoria storica; la memoria dei moti dei ludditi, di quegli artigiani che si opposero all’introduzione della macchine nella produzione industriale; la memoria di Richard Tidd, giustiziato (nel 1820) per un attentato contro alcuni membri del governo. Ed è la memoria di quanti erano incapaci (di quanti anche oggi sono incapaci) di esprimersi correttamente: e per Harrison questa incapacità (spesso imposta) è una negazione della possibilità di esprimere pensieri e opinioni, che possono essere scomodi per chi detiene /e vuole detenere) il controllo sulle persone.
(Luca Manini)