Anni che non dovrebbero più, ore che non dovrebbero

Anni che non dovrebbero più, ore che non dovrebbero
prendermi i giorni, le settimane, i mesi. Il tempo
portato addosso, il sosia a cui chiedo di aiutarmi.

Con la sedia di mio padre gioca la bambina che non conosco.
Adesso è sua. Gioca con quelli che diventeranno i suoi ricordi.

Tutto è una distanza sola. Le fermate sono da rimettere a posto.
Sollevare dei pesi, deporli. Lo sguardo s’inscurisce nella forma
di una porta marcita dove abita una signora anziana da sola.

Il sosia ascolta mia madre non morta, parla di mio fratello
o gli scrive. Pensa al protrarsi della vita che mi sopravvive.

Mario Benedetti (Nimis, 1955), da Tersa morte (Mondadori, 2013)


Nella vita pare che tutto

Nella vita pare che tutto
vada restituito.
Il crollo del corpo
alla sua lievità
il dolce di un labbro
alla prima matrice
il fuoco guerriero
al fodero di pace
la bellezza (sempre)
all’alterità 
la verità di un’arte
all’insieme e l’insieme
alla più piccola parte.
Va riportata 
ogni prova di amore
al mistero
e lasciata 
fuori dall’inventario
una cosa soltanto
un fendente di gioia 
assoluta insolente
non necessaria.

Raffaela Fazio (Arezzo, 1971), da L’ultimo quarto del giorno (La Vita Felice, 2018)