La sconfitta

Davvero sappiamo vivere solo dopo la sconfitta,
le amicizie si fanno più profonde,
l’amore solleva attento il capo.
Perfino le cose diventano pure.
I rondoni danzano nell’aria,
a loro agio nell’abisso.
Tremano le foglie dei pioppi,
solo il vento è immoto.
Le sagome cupe dei nemici si stagliano
sullo sfondo chiaro della speranza. Cresce
il coraggio. Loro, diciamo parlando di loro, noi, di noi,
tu, di me. Il tè amaro ha il sapore
di profezie bibliche. Purché
non ci sorprenda la vittoria.

Adam Zagajevski (Leopoli [L’viv], 1945), da Dalla vita degli oggetti, Poesie 1983-2005 (Adelphi, 2002)


Sogno è città, da un disegno di Jan Fabre

Dove ci sono ancora case vuote, li finisce Roma
si lacera di strade senza targa, dove la notte
è solo mani di rissa e crudeltà di cani.
Guardo lasciando che nel buio
cadano gocce rumorose. L’acqua
che non ha spessore, che non è diretta,
porta il suo ritmo verso il niente,
diviene danza ossessiva di pianeti.
Nessuno sembra sveglio,qui, o sono tutti oltre frontiera
lungo le scale e i corridoi cammino respirando
tornando a casa a bocca aperta, io solo testimone.
Qui la vittoria o la sconfitta sono sconosciute
resta la ferocia delle cose. Non riconosco nulla
dalla finestra, tutto è uguale, è la polvere che vaga
dunque non c’è nient’altro dietro le nostre
vite: se non avessi l’ombra che si disegna sola,
quella di un cane a cui somiglio, sarei davvero
anch’io una cosa, abbandonata tra gli agguati,
di nuovo nel deserto della strada immobile
nel giorno identico a ieri
che arriva tardi, che non si sbaglia mai.

Mario De Santis (Roma, 1964), da La polvere nell’acqua (Crocetti, 2012)