Fatto sta

Fatto sta, la
speranza è una casa, ed è
larga più del luogo in cui dormo. La devo
sollevare sveglio ogni
alba, per infilarla in bocca; poi
con acqua la ingoio fissando sul guanciale
l’orma di lei che mi spacca
i polmoni per respirare. Se resisto son
degno.

 

Cristina Annino (Arezzo), da Casa d’aquila (Levante Editori, 2008)


Bene – io sono arrivato. Mi piacerebbe

Bene – io sono arrivato. Mi piacerebbe
poter dire – sentirlo almeno
il peso del passo più lieve
e l’idea che un posto sia il mio posto.
Un posto che è il mio posto – ripeto
queste parole che vorrebbero
aggrapparsi al terreno – si sforzano
di penetrarlo. Ma quando ci provo
sono l’ombra che mi passa accanto
e fugge al primo tocco del sole
di sbieco a cercare le vittime ignare.
L’ombra di un luogo – l’orizzonte
che si incendia e l’incavo tenace
in un tronco di quercia. Quello è il mio posto.

 

Michele Obit (Ludwigsburg (Germania), 1966),  da Le parole scolpite (Edizioni Culturaglobale, 2012)